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Fabrizio Alemanno:

“L’agricoltura è sempre stata una passione, un ritorno della mente agli anni in cui ero bambino: le origini contadine “di pianura” dei nonni paterni e quelle “di montagna” dei nonni materni. Ancora adesso mi emoziono parlando di loro: figure di riferimento per i valori del lavoro duro e della fatica, ai quali collego gli occhi sempre presenti e sorridenti, le mani forti, la pelle sempre un po’ secca e screpolata che ben assaporavo quando ricevevo un simpatico schiaffetto di incoraggiamento durante le giornate lavorative trascorse insieme sotto il sole. Sempre ad essi collego direttamente i valori della tradizione, della cultura e della guida educativa e della unicità di rapporti affettivi che solo essi sanno dare.

Ed io che dicevo insistentemente e con convinzione che “da grande lavorerò sui trattori.

Ricordo soprattutto le mie giovani braccia che volevano a tutti i costi aiutare e sollevare sempre le cose più pesanti, l’irrigazione dei campi, la raccolta delle patate, del granoturco e delle ciliegie (quando dai nonni paterni); la raccolta delle castagne e dell’uva nel vigneto dei nonni materni, con il successivo pestaggio a piedi nudi (ebbi tempo due forse tre anni, poi acquistammo una piccola pigiatrice manuale a cesto).”

A parte la passione ed i ricordi della memoria, gli studi e le analisi fatte a partire dal 2011 hanno evidenziato un forte bisogno da parte della società di un ritorno alle tradizioni, ai forti legami con la salute e con la naturale fertilità della terra come elemento fondamentale per la nostra stessa salute e per quella delle generazioni future.

Forse c’è più bisogno di contadini che di registi, fotografi ed attori: un antico mestiere che unisce tradizione ed innovazione, lavoro e rispetto dell’ambiente. Un rapporto davvero passionale con la terra che si coltiva, un’agricoltura di certo nuova ed innovativa ma che “profuma di passato”, rivalutando l’ambiente rurale e prendendo le distanze dal modello di agricoltura industriale, reinventando un futuro sostenibile.

Nasce così la Silmik, nel 2001.

La sua sede centrale e la totalità dei suoi terreni (industriali e agricoli) si trova nel Comune di Dabovo (Maglizh), regione di Stara Zagora (Bulgaria).

La fattoria si estende su oltre 400ha di terreni biologici.

Le aree sono in continua espansione e ogni nuovo lotto, se non ancora biologico, viene immediatamente inserito nella procedura di transizione al biologico.